Cucchiarelli su antifascismo, anarchici e …. gerarchia militare
di Enrico Di Cola
dal blog 12 dicembre 1969 - Strage di Stato
Le tesi contenute nel libro Il segreto di piazza Fontana
di Paolo Cucchiarelli, come abbiamo avuto modo di dire e dimostrare più
volte in passato, sono basate essenzialmente su confidenze di
terroristi e assassini fascisti (vedi il caso di Vinciguerra o del
fantomatico mister X), di squallidi personaggi dei servizi segreti
(quelli delle stragi e dei depistaggi oltre che pidduisti) come l’esimio
Russomanno dell’Ufficio Affari Riservati, e sulle tesi esposte dai vari
fascisti (travestiti da ex, post, e così via ingannando)
che all’interno delle varie Commissioni stragi hanno cercato in tutti i
modi di mescolare le carte per impedire l’accertamento della verità che
portava a casa loro.
Dopo aver letto più volte il libro di
Cucchiarelli (forse per una forma di masochismo senile) mi sono
arrovellato il cervello per capire se l’autore si sia solamente fatto
abbindolare dai sui nuovi amici in camicia nera o se invece si sia – più
semplicemente – convertito a tale mentalità. Il suo lavoro di
“ricostruzione storica” mi sembra troppo ricco di falsi, di
manipolazioni, di “luoghi comuni” di destra, perchè si possa attribuire
tutto ciò al solo dilettantismo dell’autore.
Il primo errore e disinformazione è
quello di sostenere che il Sessantotto avesse infranto le barriere
ideologiche che resistevano dal dopoguerra, che si fossero aperti degli
spazi per combattere assieme tra rossi e neri e che, addirittura,
l’unità delle forze antisistema potesse venire prima della pregiudiziale
antifascista. Noi anarchici ritenevamo, allora come oggi, che
l’antifascismo sia una pregiudiziale insormontabile e che i fascisti non
debbano trovare spazi in cui insinuarsi. Il fascismo è l’antitesi della
libertà e come tale anche l’antitesi dell’anarchia e quindi nostro
nemico giurato. Sia a livello politico-culturale che come spazio fisico,
per intenderci.
Solamente i fascisti, (dopo che nel ‘68
li respingemmo nelle loro fogne) oggi che si fanno forza di essere
arrivati nuovamente al potere per vie legali, continuano a sforzarsi per
accreditare una loro presunta – se vi è stata è stata brevissima, super
minoritaria rispetto al movimento, e sempre mascherata sotto altre
vesti – partecipazione nel movimento del ’68.
All’epoca, quando in un corteo scorgevamo
facce di fascisti noti, li allontanavamo immediatamente e spesso e
volentieri lo facevamo con la forza. Noi anarchici eravamo, siamo e
resteremo sempre orgogliosamente antifascisti.
Il secondo errore e disinformazione è
consequenziale al primo. Fatto passare come vero il primo assunto,
Cucchiarelli può sferrare il secondo attacco contro di noi tentando di
far credere che il nostro circolo fosse una sorta di ibrido non solo
teorico (“neoanarchici”… ma de che, e a chi?!) ma anche a livello
pratico di attività, e che il numero dei fascisti infiltrati o
addirittura palesi al nostro interno fosse alto (praticamente metà e
metà!). Abbiamo già smentito tali becere insinuazioni e mostrato come
siano frutto della fantasia malata di Cucchiarelli (e dei suoi
suggeritori) e che sarebbe bastato leggere gli atti giudiziari – cosa
che lui sostiene di aver fatto – per non incorrere in simili
castronerie. Ma questo dimostra proprio come non vi sia buonafede nel
suo mescolare nel torbido.
Il terzo errore è in parte alimentato dal
primo e dal secondo e in parte dovuto alla più crassa ignoranza dello
scrittore su cosa sia l’anarchia e gli anarchici. Tutto l’assunto che ci
vedrebbe responsabili delle bombe di Roma e Milano, poggia su un modus
operandi che è totalmente estraneo agli anarchici.
Secondo Cucchiarelli, Valpreda e noi a
Roma come dei bravi soldatini (sembra di leggere lo scritto di un
questurino o di un fascista) saremmo andati a ritirare delle bombe
fatte da persone a noi sconosciute e – senza farci domande o discutere
sul come e perché – le avremmo piazzate dove ci veniva ordinato.
Valpreda addirittura avrebbe eseguito l’ordine più idiota di quelli
possibili: prendere un taxi… per farsi riconoscere!
Ma il questurino o il fascista
suggeritore di tale assurde tesi davvero non lo sa che gli anarchici non
sono usi ubbidire, che non hanno gerarchie al loro interno, che si
fidano solo di loro stessi, e che non prendono le caramelle, pardon le
bombe, dagli sconosciuti??
Cucchiarelli riesce addirittura a
superare i suoi maestri complottardi che volevano gli anarchici
colpevoli ad ogni costo: i vari Calabresi, Improta, Cudillo e Occorsio…!
si faccia giustizia se nn riesce quella ordinaria si può riuscire con quella popolare ciao compagni/e
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