
LA BOMBA Dl MILANO E' ESPLOSA
CONTRO IL PROLETARIATO
Destinata a ferire le categorie meno radicalizzate, per allearle al potere, e a chiamare a raccolta la borghesia per la "caccia alle streghe": non a caso la strage fra gli agricoltori (Banca Nazionale dell'Agricoltura), solo la paura tra i borghesi (Banca Commerciale). I risultati, diretti e indiretti, degli attentati, sono il loro fine. Per il passato, l'atto terroristico - come manifestazione primitiva e infantile della violenza rivoluzionaria nelle situazioni arretrate, o come violenza perduta sul terreno delle rivoluzioni sconfite - non è mai stato che un atto di rifiuto parziale, e perciò vinto in partenza: la negazione della politica sul terreno della politica stessa. Al contrario, nella situazione attuale, di fronte all'ascesa di un nuovo periodo rivoluzionario, è il Potere stesso che, nel tendere alla propria affermazione totalitaria, esprime spettacolarmente la propria negazione terroristica. In un'epoca che vede rinascere il movimento che sopprime ogni potere separato dagli individui, il Potere stesso è costretto a riscoprire, fino alla prassi cosciente, che tutto ciò che esso non uccide lo indebolisce. Ma la borghesia italiana è la più miserabile d'Europa. Incapace oggi di realizzare il proprio terrore attivo sul proletariato, non le resta che tentare di comunicare alla maggioranza della popolazione il proprio terrore passivo, la paura del proletariato. Impotente e maldestra, nel tentativo di bloccare in questo modo lo sviluppo del movimento rivoluzionario e di crearsi ad un tempo artificialmente una forza che non possiede, rischia di perdere in un sol colpo entrambe le possibilità. E' così che le fazioni più avanzate del potere (interne o parallele - governative o d'opposizione) hanno dovuto sbagliare. L'eccesso di debolezza riporta la borghesia italiana sul terreno dell'eccesso poliziesco, essa comincia a comprendere che la sua sola possibilità uscire da un'agonia senza fine passa per il rischio della fine immediata della sua agonia. Così il Potere deve bruciare fin dall'inizio l'ultima carta politica da giocare prima della guerra civile o di un colpo di stato di cui è incapace, doppia carta del falso "pericolo anarchico" (per la destra) e del falso "pericolo fascista" (per la sinistra), allo scopo di mascherare e di rendere possibile la sua offensiva contro il vero pericolo, il proletariato. Di più, l'atto con cui oggi la borghesia tenta di scongiurare la guerra civile è in realtà il suo primo atto di guerra civile contro il proletariato. Per il proletariato dunque, non si tratta più evitarla né di incominciarla, ma di vincerla. Ed esso ha ormai incominciato a capire che non è con la violenza parziale che la può vincere, ma con l'autogestione totale della violenza rivoluzionaria e l'armamento generale dei lavoratori organizzati nei Consigli operai. Esso quindi sa ormai di dover respingere definitivamente, con la rivoluzione, l'ideologia della violenza insieme alla violenza dell'ideologia.
Compagni: non lasciatevi fermare qui: il potere e i suoi alleati hanno paura di perdere tutto; noi non dobbiamo avere paura di loro e soprattutto non dobbiamo averne di noi stessi: « non abbiamo da perdere che le nostre catene e tutto un mondo da guadagnare ».
Viva il potere assoluto dei Consigli operai!
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