Il nuovo libro di Nicoletta Orlandi Posti
Prefazione di Erri De Luca
Prefazione di Erri De Luca
RomaPost, 22 maggio 2013, recensione di Cristina Volpe Rinonapoli
IL LIBRO"Il sangue politico", la storia "cancellata" riscritta da Nicoletta Orlandi Posti
La scrittrice nata alla Garbatella racconta lo "strano" incidente in cui morirono cinque giovani anarchici che dalla Calabria stavano portando uno scottante dossier a Roma.
Cristina Volpe Rinonapoli
Nicoletta Orlandi Posti, giornalista e scrittrice, nata e cresciuta a Roma nei lotti della Garbatella, l'aria di quella che fu la storia del movimento anarchico l'ha respirata sin da bambina, dalle vicine fosse Ardeatine, fino alla Piramide e all'Ostiense : luoghi che parlano, che raccontano per chi ha orecchie e sensibilità per ascoltare, del movimento antifascista a Roma. Gli anarchici operarono in diverse formazioni partigiane fino e durante gli anni 70 che li videro protagonisti di tutte quelle lotte, di quell'assalto al cielo che faceva sperare tanti giovani in un mondo più giusto.
Nicoletta è cresciuta ascoltando quelle storie tramandate da chi c'era, da chi ne è stato il protagonista, un filo rosso della memoria, una passione per la ricerca ed un'abilità nata anche dall'amore per riportare alla luce ciò che il tempo ha voluto sotterrare, sono gli ingredienti del suo ultimo libro "Il sangue politico" edito dalla casa editrice Editori Riuniti, che narra della vicenda di cinque giovani che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente sull'autostrada del sole: erano cinque anarchici.
Partiti dalla Calabria con un dossier di controinformazione da portare a Roma che conteneva documenti inerenti vicende legate alla strage di piazza Fontana, la strage di Gioia Tauro, la loro storia si intreccia con il golpe Borghese ed ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la tragica fine di Mastrogiovanni. Avevano messo insieme un dossier che metteva in luce l'inquietante filo nero che legava fra loro fatti che hanno tragicamente segnato la storia del nostro paese e che tutt'oggi non trovano risposte, ma sparì al momento dell'incidente e non fu mai ritrovato.
Stragi, attentati bombe, incidenti che parlano di morti innocenti relegati nell'oblio, con la complicità di chi ha volontariamente voluto che i responsabili non venissero mai individuati. Nicoletta con il suo libro si associa al grido di chi da anni chiede verità, di tutti quei parenti, quei figli, quelle mogli, quelle madri, quegli amici, che non hanno un volto da odiare per il dolore dato dal lutto che gli è stato impartito dalla Storia, quella delle stanze segrete e della trame oscure.
La prefazione di Erri De Luca, scrittore tutt'altro che incline a facili adulazioni, arricchisce ancor di più il testo, che guida il lettore in un percorso quasi didattico per chi fa dell'amore per la verità storica un valore, un'attenzione maniacale a tutti i verbali dell'epoca che restituiscono un testo completo che la penna di Nicoletta trasforma in racconto così che tutti hanno modo di riconoscersi nello stato d'animo di una madre che non riceve mai più una telefonata dal figlio, l'amore quasi impossibile di due giovani protagonisti della vicenda che sfidano leggi, costumi e poteri forti e restano lì in eterno ad amarsi separati solo dalla morte nel tragico incidente. Nicoletta con il suo lavoro e la sua passione per la ricerca con un'acrobazia storica è stata lì, sul luogo dell'incidente di Ferentino, ha scansato i corpi, si è sporcata del loro sangue ed ha raccolto alcune delle pagine di quel dossier scomparso per restituire alla storia un pezzetto di verità.
Nicoletta Orlandi Posti al suo terzo libro dà prova di essere una scrittrice che lascia il segno, che mette in fila nero su bianco eventi, documenti, testimonianze inconfutabili che contribuiscono a tessere la tela della memoria storica, un libro che sembra essere un'ammonizione "che nessuno dimentichi". "Il sangue politico" è un colpo che vuole spezzare il duro cerchio dell'oblio, perchè come l'autrice stessa dichiara: "Per la morte di Gianni, Angelo, Franco, Annelise e Luigi forse non ci sarà mai un processo: nessuna verità giudiziaria sarà scritta da una sentenza. A noi non resta altro che continuare a ricordarli, continuare la loro opera di ricerca della verità e giustizia, e raccontare la loro storia".
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