Gianni
Aricò.
Forte, atletico, campione di scherma, scout, di grande personalità,
si diploma al liceo scientifico Leonardo da Vinci, sezione di
tedesco, per poi iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza
dell'università di Messina. Nasce a
Reggio Calabria il 21 maggio 1948,
ed è il più grande del gruppo. Con la famiglia di estrazione
borghese vive in una casa nel centro di Reggio Calabria, a pochi
passi dalla centralissima Piazza De Nava. I rapporti con il padre
spesso sono difficili. Per fortuna può contare sempre sulla madre,
la signora Sisa, che con il figlio ha un legame particolare.
Fin
da giovanissimo viaggia molto, nel 1965 è in giro per l’Europa in
autostop: Stoccolma, Uppsala, Helsinki, Berlino, Francoforte, Berna
Charleville, Meringn, Oldenburg, Lugano. Tre anni dopo i suoi
spostamenti si legano all’impegno politico, e così nel 1968
Gianni, insieme all'amico Angelo Casile è in Francia, Marsiglia, Aix
en Chapelle, Lione, Parigi nei mesi più caldi della rivolta
giovanile. Da qui raggiungono il Belgio per documentare le condizioni
degli immigrati calabresi che lavorano nelle miniere del Limburgo.
All'attivismo politico affianca quello intellettuale: legge i testi
filosofici di Kant, Hegel, Marx e Stirner in lingua originale,
traduce i documenti dei compagni stranieri, scrive per Umanità Nova.
Insieme
ad Angelo Casile e Francesco Scordo dà vita a Reggio Calabria, al
gruppo “Kropotkin”
che poi si trasformerà nel gruppo Misefari, aderente alla
Federazione Giovanile Anarchica dei Fai, con sede alla Baracca.
Nell'ottobre
1969 si innamora di Annelise Borth, che sposerà per procura il 28
aprile 1970.
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